Nella costa settentrionale del Lazio il vento della ripresa post covid soffia forte, ma si scontra con una serie di necessità, trasformandosi a volte in una vera e propria criticità.
La questione bagnini resta aperta. Insieme al personale delle cucine gli imprenditori faticano a reclutarli. Le questioni burocratiche con le giuste limitazioni ai “patentini” si infilano nella convinzione diffusa che pochi giovani cercano un lavoro stagionale faticoso nel periodo estivo anche quando sono rispettati contratti e riposi settimanali.
Si attendono luglio e agosto affollati e impegnativi e quindi si cerca di ovviare sul personale reclutando addirittura da Pescara i bagnini.
Scendendo più a sud verso Ladispoli e Cerveteri si vedono le nuove opportunità. Qualche imprenditore del mare prova a “saltare” la Bolkenstein agganciando ai servizi tradizionali delle spiagge l’offerta ricettiva ed alberghiera, blindando entrambe le offerte. Un modo per rendere attrattive queste spiagge ad un turismo straniero non esattamente da sabato o domenica al mare.
Insomma sono finiti i tempi in cui i ragazzi vedevano nel bagnino quella figura romantica dell’atletico salva bagnanti abbronzato e ambito.
Trovare bagnini è diventata una impresa. Per chi volesse lavorare nel settore, consigliamo di parlare con gli stabilimenti balneari il prima possibile, perché di lavoro ce n’è e pure tanto. Brevetto alla mano.