Ancora 10 giorni e nel Lazio potrebbe essere razionata pure l’acqua. Il Po è in secca e in aiuto arrivano le autobotti in alcune località del Nord Italia, ma non va certamente meglio il Tevere, con l’affluente Aniene. A lanciare l’allarme Massimo Gargano, DG dell’Anbi ( Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica), perché anche i laghi dei Castelli Romani sono ai minimi storici e “se l’assenza di pioggia dovesse continuare ancora per una settimana o 10 giorni, potrebbe scattare nel Lazio il razionamento dell’acqua; prima di tutto si procederebbe con una diminuzione della potenza e ne risentirebbero non solo le zone più lontane da dove parte la pressione, ma anche i cittadini che abitano i piani alti, come il settimo o l’ottavo e poi l’agricoltura sarebbe la prima ad essere colpita. Anche il lago di Bracciano è più basso di mezzo metro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, non è ancora una situazione da bollino rosso, ma preoccupa ugualmente. L’idea di Gargano è di attuare un “piano laghetti” con pannelli solari, cioè la costruzione di bacini piccoli che possano raccogliere le acque piovane, una soluzione per irrigare almeno i campi agricoli ed è questa una proposta già presentata al governo.
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