Bunker Soratte, 4 KM di gallerie antiatomiche incastonate nella montagna

Ci troviamo a Sant’Oreste, estrema provincia nord di Roma, nel Bunker nella pancia del Monte Soratte: 4 km di gallerie scavate a partire dal 1937 per volere di Benito Mussolini.

Per chi abita nelle zone limitrofe, il Monte Soratte e il Bunker sono sempre stati oggetto di leggende e di racconti dei propri nonni che parlavano di una montagna piena di oro, il cosiddetto “oro di Mussolini”. E pare anche che qualche avventuriero alla ricerca dell’oro ci sia stato e abbia provato a entrare in questo Bunker.

Le Gallerie del Bunker di #Soratte, sono una delle più alte opere di ingegneria militare di tutta Europa, lunghe circa 4 km, scavate a partire dal 1937 e che sarebbero dovute fungere da rifugio antiaereo per i vertici dell’Esercito italiano.

Naturalmente, come per tutti i nascondigli militari, ufficialmente questo luogo non era altro che una fabbrica di armi, in questo caso quelle della Breda.

Era il 1943 e la Seconda Guerra Mondiale imperversava seminando vittime e terrore. Nei lunghissimi mesi dal settembre 1943 al maggio 1944, il Bunker Soratte fu scelto per diventare rifugio delle truppe naziste, quando il Comando Supremo del Sud occupò il Soratte per poi fuggirne dopo il bombardamento del 12 maggio. Da qui a oltre la metà degli anni ’60, quel Bunker, così pregno di drammi e di storie umane ancor prima che militari, lasciò posto a un silenzio assordante, riempito solo nel 1967 dai nuovi lavori che lo vedevano diventare, giorno dopo giorno, quello che sarebbe stato fino al 1972 il rifugio anti atomico per il Presidente della Repubblica e per tutto il governo qualora la Guerra Fredda avesse sganciato su Roma un attacco atomico.

Terminato questo ultimo periodo di paura e tensione, il Bunker Soratte ha trovato nuova linfa nel racconto di ciò che ha rappresentato durante gli anni più drammatici della storia contemporanea.

Diventato infatti Percorso della Memoria grazie all’associazione Bunker Soratte, oggi è possibile visitarlo grazie al lavoro di guide e volontari e scoprire quanto queste piccole realtà di provincia siano state fondamentali per la storia italiana.