Cassia: siringhe per strada

Vengono segnalate siringhe a terra ed all’interno dei parchi pubblici, dove l’erba alta le nasconde e le rende invisibili, sopratutto alla vista dei bambini che corrono o che giocano, rischiando di bucarsi ed infettarsi.

Sono state allertate le forze dell’ordine per un controllo più assiduo e più approfondito in tutte le zone a rischio.

L’ospedale pediatrico Bambino Gesù ha divulgato un vademecum sui reali rischi di infezione e su cosa fare se ci si punge con una siringa usata.

La puntura accidentale di un bambino con ago di siringa abbandonata rappresenta una causa di forte preoccupazione per i genitori, perché percepita come rischio di infezione da virus che si trasmettono con il sangue, in particolare: AIDS, epatite B ed epatite C.

Questa ansia, pur comprensibile, fortunatamente non è suffragata da un rischio davvero elevato di contrarre queste infezioni.

Contrarre infezioni in seguito a una puntura d’ago è molto improbabile, principalmente perché la puntura non si verifica quasi mai immediatamente dopo l’utilizzo dell’ago: solo molto di rado è presente sangue fresco.

In realtà la maggior parte dei virus sopravvive solo per poco tempo a temperatura ambiente e le ferite da puntura d’ago sono spesso solo superficiali.

In caso di puntura con ago è necessario eseguire un’accurata detersione con acqua e sapone e successiva disinfezione della ferita con un prodotto antisettico.

Il bambino dovrà poi essere condotto a un pronto soccorso per una valutazione pediatrica.

Non dimenticate di portare con voi il libretto vaccinale del bambino ((la cosa più pratica è avere sempre con sé una foto nel cellulare con tutte le vaccinazioni eseguite).

Il medico di pronto soccorso raccoglierà tutte le informazioni relative all’accaduto e valuterà lo stato d’immunizzazione del bambino per il tetano e per l’epatite B dopo avere preso visione del libretto vaccinale.

In Pronto Soccorso verrà eseguito un prelievo di sangue per valutare se il bambino è già immunizzato contro il virus epatite B (grazie alla vaccinazione) e se si è già infettato con il virus epatite C o con l’HIV.

Nel caso sia nota la persona che ha utilizzato l’ago, andrà studiato lo stato di immunizzazione di quest’ultima.

Test su aghi e siringhe non sono indicati in quanto è probabile che risultino negativi, ma un risultato negativo non esclude con certezza la possibilità di trasmissione di un’infezione.

©️ Articolo di Luca Pagni per Zona Roma Nord