Cimitero Flaminio: a due settimane dalla ricorrenza del 2 novembre, il solito degrado

Verde incolto che non si riescono a leggere i nomi, fontanelle a secco da un mese, per lavori alla rete idrica, furti di lapidi. A 15 giorni dal grande appuntamento per la commemorazione dei defunti, al cimitero di Prima Porta le lamentele degli utenti sembrano l’ennesimo remake di un film già visto.

Ma è mai possibile che non si riesca ad andare a regime almeno con la piccola manutenzione? Eppure, tralasciando le buche lunari, la fatiscenza diffusa, le Infiltrazioni di acqua dai soffitti, i bagni inagibili, i secchi dei rifiuti inadeguati… non sono molti i servizi necessari a rendere fruibili gli spazi dell’eterno riposo: lo sfalcio dell’erba e l’acqua nelle fontanelle.

Invece pare che nemmeno 12 milioni di euro di appalto di AMA, per la cura del verde e il decoro, bastino alle ditte incaricate per adempiere all’impegno preso.

E così il più grande cimitero d’Italia con 140 ettari di estensione e 37 chilometri di strade interne, continua a versare in condizioni pessime, che peggiorano di settimana in settimana.

Erbacce e rovi che coprono le lapidi da renderle illeggibili, persone alla ricerca di un po’ d’acqua da mettere ai fiori e il più orribile, figli che arrivano al Corpo A e non trovano più la lapide del padre!

Insomma, c’è tanta rabbia e se per gli ospiti del Flaminio, erba alta o bassa non fa molta differenza… Per chi li va a trovare invece ne fa moltissima, tenuto conto che, in qualità di contribuenti anche un cimitero è un servizio pubblico.

di Laura Tegliai