I cinghiali sono arrivati anche in alcuni ospedali di Roma, ma c’è allarme dal punto di vista igienico sanitario. “Come gli operai in fabbrica: alle 5 del mattino, quando apriamo il cancello, attraversano sulle strisce pedonali, dopo aver rispettosamente aspettato il verde (del semaforo) ed entrano nell’ospedale”, spiega così la situazione Giovanni Vrenna, direttore degli affari generali dell’ospedale San Pietro Fatebenefratelli sulla via Cassia Nuova e sono pure più rispettosi negli orari dei parenti dei malati. Ma non è la sola struttura sanitaria visitata dagli ungulati, pure il San Filippo Neri e il Gemelli, infatti sono stati calcolati oltre 350 blitz nel corso del 2021, mentre le zone più “frequentate” sono Monte Mario, via Cassia Nuova, la Giustiniana, l’Insugherata e la Balduina. Il problema è che Roma Natura, l’ente regionale che gestisce i grandi parchi, dove dimorano i cinghiali, ha solo 3 gabbie per catturarli, quindi sconfinano dalle altre riserve.
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