di Luca Pagni
Da oltre dieci anni, nella Riserva di Monte Mario, gli insediamenti abusivi rappresentano una realtà ormai consolidata. Le amministrazioni, che si sono succedute nel tempo, non hanno mai risolto il problema né sotto il profilo sociale né su quello relativo all’ordine pubblico e all’igiene del territorio. Un microcosmo, quello delle favelas, che sfugge completamente a qualsiasi controllo e che all’interno ha regole che esulano dalla società civile . Diversi sono stati gli interventi sistemici e costosi , come quello su via Romeo Romei, che ha comportato, per la riqualificazione dal degrado dell’area, perfino il taglio di alberi. Nessun componente di questi villaggi anomali ha intenzione di spostarsi, perché intorno ruota una società economicamente salda, che spreca, il turismo del vicino Stato Vaticano, un numero incredibile di persone che, sia per lavoro che per interessi legati alla città giudiziaria, ogni giorno approda nel quartiere Prati. Molte aree limitrofe a questa zona sono in degrado, come la prima parte di Viale Mazzini, e rappresentano altri luoghi dove non è difficile vedere insediamenti, anche per breve tempo, di persone, che poi riscompaiono come ombre nel fitto della boscaglia di Monte Mario. Nel 2016 era stato realizzato un nuovo tratto della via Francigena, che tagliava la collina di Monte Mario da Parco Mellini e Piazzale Clodio. In breve tempo tutta la complessa edificazione lignea delle scale e delle attrezzature, messe a disposizione dei visitatori, è stata distrutta e trasformata in un accampamento, che, sostanzialmente, ha inibito qualsiasi passaggio facendo naufragare anche i progetto di un collegamento perdonabile all’interno del parco fra Balduina e Prati. Diverse volte le associazioni di volontariato hanno collaborato con il Commissariato Prati e con AMA per riqualificare la zona, ma tutto è stato vanificato dalla mancanza di azioni amministrative decise e risolutive. Nessuna azione giudiziaria ha determinato risposte funzionali alla soluzione del problema che , se era complesso dieci anni fa, ora è ingigantito e, soprattutto, consolidato. Paola De Vecchis, presidente del Comitato Trionfalmente 17, ci ha dichiarato che “Non è più possibile procrastinare la bonifica della collina di Monte Mario, una delle aree più preziose e interessanti nel panorama delle riserve naturali non solo del Lazio, ma dell’intera penisola. Le numerose denunce dei cittadini, che si sono succedute negli anni, non hanno raggiunto fino ad ora l’obiettivo di riportare ordine e riqualificazione in uno dei più importanti polmoni verdi di Roma Nord. Quello che preoccupa, oltre l’aspetto ambientale, è il possibile danno alla salute dei cittadini che, da troppo tempo, percorrono i sentieri ignari della presenza di amianto e di materiali, che dovrebbero al più presto essere rimossi da chi quella salute deve rigorosamente tutelare. Non meno inquinanti sono i materiali che circondano la favela sotto i cavalcavia della Panoramica, vicino alle Preture. Un girone dantesco caratterizzato da baraccopoli, stracci e feci umane. Un problema soprattutto di carattere sociale, che non può essere ignorato dall’amministrazione di una capitale europea. Di sicuro i cittadini non demorderanno, non abbandoneranno a se stessa la sorte di Monte Mario”.