di Alessandra Binazzi
E’ la cosiddetta droga invisibile, quella che la passa liscia perché sfugge ad ogni tipo di controllo. La piazza dello spaccio sono i social e su internet fioccano le offerte “paghi due, prendi tre”.
Né caramelle, tantomeno bibite. Che sia un bicchiere d’acqua, un calice di vino oppure una Coca Cola stappata, il consiglio è rifiutare qualsiasi proposta allettante per gola o palato che possa essere stata manipolata ad insaputa del consumatore. Se il lockdown per alcuni ha significato l’opportunità di rallentare il ritmo e riconquistare alcuni spazi per sé, per altri ha rappresentato un accumulo di ansia, noia e depressione. Con un coinvolgimento particolarmente importante, l’85%, dei ragazzi che allontanati dalla scuola dallo sport e dagli amici, in presenza, costretti a dialogare con e attraverso un pc hanno scoperto come farmaci oppioidi, metadone, e anche cannabis, cocaina ed eroina, siano a portata di un semplice click. Basta entrare nel “deep web”, e non occorre nemmeno essere un hacker, scaricare il software che permette una comunicazione anonima su internet e con una buona conoscenza dell’utilizzo del computer si può iniziare a navigare in totale autonomia. Anche i più giovani, dunque, sono edotti grazie alla rete sulle varie droghe, o sostanze psicoattive o sostanze d’abuso, in grado di modificare il normale funzionamento dell’organismo e della mente creando quello sballo che dà euforia ed eccitazione, che altera lo stato psico-fisico per modificare la percezione di sé. Le sostanze psicoattive sono tutte illegali, ad eccezione di alcol e tabacco che vengono considerate legali solo se si ha un’età superiore a 16 anni. Le cronache italiane degli ultimi tempi ci hanno messo a conoscenza di acronimi, dietro ai quali si nascondono nuove sostanze d’abuso con ben altri effetti conseguenti all’assunzione. Il più noto al momento – grazie anche ad un numero considerevole di arresti per spaccio, molti dei quali proprio sul territorio romano – è il GBL o GHB, ovvero Gamma Butirrolattone, sostanza presente per lo più sotto forma di liquido incolore e inodore, che può provocare svenimento. E’ chiamata droga dello “stupro”, perché può essere introdotta nel bicchiere ad insaputa della vittima, rendendo impossibile qualsiasi ricordo o reazione di fronte ad un tentativo di abuso sessuale.
Si può dire quindi superato il vecchio consiglio di “non accettare caramelle dagli sconosciuti”? Tutt’altro, solo che le “caramelle” sono state affiancate da una quantità enorme di nuove sostanze. Oggi chi vuole ‘ricrearsi’ artificiosamente ha solo l’imbarazzo della scelta: le nuove droghe sono sempre più potenti, molto più efficaci e difficilmente identificabili perché al contrario di quelle classiche non lasciano traccia nelle urine. Vengono prodotte usando sostanze chimiche: oltre 800 le molecole censite dall’agenzia europea per il controllo delle droghe nel territorio europeo e negli stati membri. Sono quelle stesse sostanze psicoattive che non hanno registrato alcun rallentamento durante la pandemia: “Il mercato su internet ne ha rese disponibili 100 ben identificate dall’Agenzia europea delle dipendenze. Le ultime arrivate sono una trentina: le abbiamo segnalate durante il 2020 per gli effetti che producono: un’intossicazione da sostanze psicoattive molto grave”. A scoprire e catalogare le sostanze da sballo è stato il centro antiveleni e Centro Nazionale di Informazione Tossicologica di Pavia, diretto dal prof. Carlo Locatelli, anestesista e rianimatore specializzato in Tossicologia.
“Sono attive a bassissime dosi. Estremamente potenti dal punto di vista tossicologico danno sia effetti acuti e quindi letalità superiore alle vecchie sostanze d’abuso- conferma Locatelli – Danno anche conseguenze croniche in una grossa percentuale di casi: a carico di organi e apparati e, cosa ancor più preoccupante, a carico del sistema nervoso centrale con danni neurocomportamentali conseguenti veramente molti importanti e molto frequenti. A volte bastano poche assunzioni: abbiamo avuto anche casi nei quali in seguito ad una singola assunzione hanno sviluppato psicosi dalle quali non sono tornati indietro”.
Allora sono meno pericolose le droghe naturali? “Non sono affatto da sottostimare sostanze come cannabis, marijuana, hashish, oppio, eccetera, perché dal punto di vista della tossicologia sono più potenti di quelle sintetizzate dall’uomo. Basti pensare che il veleno più potente al mondo è la tossina botulinica che, appunto, è un veleno naturale”. Che siano naturali, parti di cactus o di altre piante prese a scopo allucinogeno o eccitante, “sono tutte sostanze estremamente pericolose che oltretutto danno sia grave letalità nella fase acuta, sia sindromi difficilmente riconoscibili, ma anche una cronicizzazione dei disturbi che non recedono più”, conclude il prof. Locatelli.
Allora come non cadere nella trappola della dipendenza? Curando in tempo le fragilità dei più giovani e non solo, Perché se non se ne elimina la necessità si rischia di seminare vento e amare il mare: la lotta agli abusi di sostanze psicoattive non sarà mai vinta.