Pietro Castellitto, il regista più giovane dell’80esima edizione del festival del cinema di Venezia con appena 32 anni, ha deciso di raccontare la sua Roma in Enea, film in concorso al festival e accolto con 8 minuti di applausi dal pubblico veneziano.
Il film non è altro che la storia di una generazione, la sua, che lavora nonostante sia abituata ad avere tutto, case con vista, ristoranti esclusive, feste di lusso, ma anche eccessi e noia costante. Nel film Enea/Castellitto vive e lavora tra Prati, Vigna, Clara, Parioli e Fleming, quartieri dai quali prende in prestito l’anima “chic” e quella più snob, le leggende e le vite quotidiane.
Il regista, infine, racconta in qualche modo anche la vita del romano che esce per il Colosseo e per le bellissime vie del centro, ma non si rende quasi più conto dello splendore che lo circonda.
Il film parla di Enea e dell’amico Valentino, due ragazzi molto uniti. Spacciano droga, non mancano alle feste più cariche di energia e per di più il secondo ha preso da poco il brevetto di pilota su aerei da turismo. La famiglia di Enea si compone di un padre psicoanalista malinconico, di una madre che non ha smesso di amare il marito e di un fratello che a scuola ha più problemi che soddisfazioni. Gli resta l’amore a sostenerlo anche quando finisce in una vicenda difficile da gestire.