Fettuccine con i fegatelli, pollo con i peperoni e cocomero: ecco il menù che la tradizione impone sulle tavole romane per il 15 agosto, la festa che segna il giro di boa dell’estate celebrandolo con ricche mangiate e gite fuori porta. Ma Ferragosto è prima di tutto una ricorrenza antica, che trae origine dalle Feriae Augusti, istituite nel lontano 18 a.C. da Ottaviano Augusto e a loro volta derivate dai Consualia, le feste che nella Roma arcaica celebravano la fine dei lavori agricoli: un periodo di riposo e festeggiamenti condito da banchetti, spettacoli teatrali e corse di cavalli, con gli animali da tiro dispensati dal lavoro nei campi e addobbati con fiori. Intorno al VII secolo la festa pagana venne assimilata dalla Chiesa Cattolica: fu allora che si cominciò infatti a celebrare l’Assunzione in cielo di Maria, festività poi fissata il 15 agosto. Il culto fu in realtà riconosciuto come dogma solo nel 1950 ma ebbe da subito un profondo radicamento nella devozione popolare: a Maria Assunta fu per esempio dedicata nel 1483 la “nuova” Cappella Sistina, inaugurata da papa Sisto IV proprio il 15 agosto. Nella Roma del Medioevo e del Rinascimento, uno degli appuntamenti più attesi era poi la spettacolare processione notturna animata dalle corporazioni cittadine che attraversavano la città alla luce delle fiaccole, trasportando la venerata immagine del Salvatore Acheropita dalla cappella del Sancta Sanctorum fino alla basilica di Santa Maria Maggiore. Altrettanto spettacolare era la particolare funzione che per l’Assunta si svolgeva nel Pantheon: tra nubi e angeli vaganti, con appositi congegni si faceva innalzare un’immagine della Vergine fino a farla sparire attraverso l’ampia apertura della cupola. Nonostante la piega prevalentemente religiosa, il Ferragosto romano restò comunque sempre legato a riti più profani, con combattimenti di tori, corse di cavalli, gare e giochi sulle rive del Tevere o a piazza Navona, allagata per dare sollievo dal grande caldo di agosto sia ai nobili sia al popolo. E con grandi abbuffate conclusive.
fonte: Comune.roma.it