La Regione Lazio procede sulla discarica a Magliano Romano, a due passi dal Parco di Veio

Si avvicina l’apertura della discarica di Magliano Romano, non per ospitare rifiuti inerti ma quelli derivanti dal trattamento degli urbani. Anche quelli di Roma. Il 4 febbraio il direttore della direzione Ambiente della Regione Lazio, Vito Consoli, ha firmato il parere di compatibilità ambientale per la “trasformazione” in discarica di rifiuti speciali non pericolosi dell’impianto di smaltimento di inerti di circa 830mila metri cubi (anche se nel documento si legge “l’impianto in argomento è indicato nella capacità impiantistica di discarica, per una corrispondente 908.600 tonnellate di rifiuti ulteriormente abbancabili) di proprietà della società Idea4, ma sulla quale ci sarebbero già forti interessi all’acquisto da parte di Acea, attraverso la sua partecipata Berg.

La novità è emersa nel corso di una seduta della commissione regionale Trasparenza, presieduta da Chiara Colosimo. Nell’invaso, che attualmente ospita una discarica di inerti già riempita per 64mila metri cubi, andranno tantissime tipologie di rifiuti. Idea4 ha chiesto e ottenuto dalla Regione l’integrazione di 110 tipi di rifiuti: dai fanghi, ai rifiuti di calcinazione, ai rifiuti da fibre tessili, ai bitumi, rifiuti prodotti da trattamenti chimici, fino alla frazione organica stabilizzata e gli scarti generati dal trattamento dei rifiuti urbani. Compreso il codice 191212, generato anche dal processo di semplice tritovagliatura dei rifiuti, purché abbia un indice respirometrico dinamico inferiore a 1.000. Una misura restrittiva, secondo la Regione, che permetterebbe una positiva ricaduta dal punto di vista ambientale, insieme a quella di vietare l’ingresso in discarica dei rifiuti delle famiglia del codice 16 (quelli da raccolta differenziata) e 20 (indifferenziati e organici)

“Il ridimensionamento dei rifiuti conferibili, infatti, ha anche l’obiettivo di escludere o minimizzare gli effetti negativi sull’ambiente esterno quali, ad esempio, la polverosità o l’accentuato impatto odorigeno”, scrive la Regione per poi aggiungere: “L’incisiva riduzione dei codici EER in ingresso, unitamente a tutte le altre prescrizioni precauzionali impartite, muta la natura stessa della proposta progettuale siccome originariamente presentata, con naturale ricaduta sulla stessa tipologia dell’intervento da attuare, che passa così da ‘nuovo impianto’ a ‘variante sostanziale di impianto legittimamente esistente'”.

Una distinzione cruciale, sulla quale è in corso lo scontro con il Comune di Magliano, i comuni limitrofi, e tutti i soggetti contrari a questa conversione dell’impianto, perché, trattandosi di una discarica autorizzata prima del nuovo piano regionale dei rifiuti, se fosse stato considerato ‘nuovo impianto’ sarebbe andato incontro a una vincolistica più stringente. L’ok alla valutazione di impatto ambientale, al termine di un procedimento iniziato nel 2014 e che ha visto già due successi al Tar da parte dei cittadini di Magliano Romano, non costituisce di per sé il via libera alla nuova discarica. Intanto, perché per rendere operativa questa compatibilità ambientale sarà necessario il rispetto di alcune prescrizioni da parte del titolare dell’impianto. E poi perché alla Via dovrà seguire l’autorizzazione integrata ambientale, che sembra anch’essa ben avviata all’esito positivo in seguito alla compatibilità ambientale, atto che configurerebbe il definitivo via libera.

Nel Lazio attualmente sono in funzione solo due discariche per lo smaltimento degli scarti dei rifiuti derivanti dal trattamento degli urbani e proprio il deficit impiantistico è alla base dell’indagine aperta dall’Unione Europea che costituisce l’anticamera della possibile apertura di una procedura di infrazione. Per evitarla, dunque, è necessario costruire impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti indifferenziati, comprese le discariche, fino al soddisfacimento del fabbisogno.

Non a caso la Regione nella determina di compatibilità ambientale della discarica di Magliano Romano scrive: “L’impianto in argomento risulta inserito nell’elenco delle istanze in corso di istruttoria che l’amministrazione regionale ha relazionato alla Struttura di Missione per le Procedure di Infrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’obiettivo di assicurare il progressivo soddisfacimento dei fabbisogni residui su scala regionale nel breve periodo”.

Insomma, per i maliziosi si tratta di un esito scontato. Ma, per i cittadini di Magliano Romano, non definitivo: “Chiederemo alla commissione Ambiente dell’Ue di aprire una procedura di infrazione nei confronti della Regione Lazio, ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica configurando il reato di un abuso di potere e ci riserviamo di adire la Corte dei Conti per danno erariale”. La battaglia legale per rendere illegittimo questo provvedimento (ed eventualmente quelli futuri) sta per cominciare.

IL SINDACO DI MAGLIANO ROMANO, FRANCESCO MANCINI: “DECISIONE ILLOGICA, INCOERENTE E STRUMENTALE”

“Una decisione che purtroppo non sorprende, considerati gli illustri precedenti di atti illegittimi prodotti dalla Regione nei confronti della Idea 4, puntualmente annullati dal Tar del Lazio. Indignano però contenuti e modalità utilizzate per rilasciare la compatibilità ambientale senza considerare minimamente i pareri resi dagli altri Enti. Si deroga a tutto, compreso rimangiarsi pareri resi dalla regione stessa, pur di sfuggire ad una imminente procedura di infrazione che certificherebbe la gestione fallimentare del ciclo dei rifiuti da parte della Regione Lazio. Con buona pace della tutela della salute pubblica, della tutela dell’ambiente e della tanto sbandierata transizione ecologica. Decisione illogica, incoerente e strumentale!!”

GIANNINI (LEGA): “RICLASSIFICAZIONE DISCARICA MAGLIANO ROMANO UNO SCEMPIO”
“Che tempismo! Come nelle peggiori tradizioni politiche, la Direzione Rifiuti della Regione Lazio si è affrettata a rilasciare il parere favorevole alla riclassificazione da inerti a rifiuti speciali non pericolosi della discarica di Magliano Romano, prima della seduta della commissione trasparenza, convocata in data odierna, che avrebbe dovuto chiarire le anomalie del procedimento aperto nel lontano 2014″.
É quanto dichiara in una nota Daniele Giannini, consigliere regionale della Lega, che ha richiesto la commissione trasparenza per la vicenda di Magliano Romano.
“Spiace constatare – prosegue – che ormai si stia cercando di spostare l’attenzione su emendamenti delle opposizioni al piano rifiuti, fantasiosamente interpretati, con il solo scopo di alleggerire le responsabilità degli uffici e dell’amministrazione regionale, che dovrebbe invece vigilare sulla vicenda, alla luce delle capriole e retromarce che ne hanno consentito il parere favorevole. Ci sono fattori escludenti così tassativi da non lasciare dubbi alla possibilità di riclassificare la discarica di Magliano Romano, pertanto procederemo a sostenere l’amministrazione comunale, le associazioni, i comitati, i cittadini e chiunque voglia opporsi politicamente e attraverso la via giudiziaria per fare giustizia, dopo le precedenti censure del Tribunale amministrativo del Lazio in cui la Regione Lazio è stata perente 7 volte su 7. Un’altra ragione per rafforzare il nostro impegno affinché i cittadini possano liberarsi di una delle peggiori amministrazioni mai avute dal Lazio, che dopo anni – conclude Giannini – è costretta a soluzioni di emergenza per non essere stata in grado di soddisfare i fabbisogni in tema di raccolta rifiuti”.