In un periodo storico, gli anni ’80, ancora caratterizzato dalla divisione in due blocchi dell’Europa, una parte Occidentale libera e democratica e l’altra dominata dal comunismo sovietico, particolare importanza rivestì la visita di Papa Giovanni Paolo II all’Istituto slovacco dei SS.Cirillo e Metodio a La Storta. L’Istituto prima ospitava un liceo per i figli degli emigranti slovacchi dispersi in tutto il mondo occidentale; una Editrice slovacca che produceva libri che non potevano essere stampati in Slovacchia; una casa per i sacerdoti che insegnavano alle università pontefice, o lavoravano in Segreteria di Stato e anche il centro internazionale per tutti gli emigranti slovacchi cattolici che erano riusciti fuggire dalla patria e cercavano una vita libera. Da alcuni anni invece è un Istituto Pontificio che accoglie sacerdoti slovacchi che proseguono la formazione specialistica in università religiose romane. A dividere fisicamente la Polonia, patria natia del Santo Padre e la Slovacchia (allora Cecoslovacchia) sono i Monti Tatra ed alla condivisione di questa catena montuosa fece riferimento il Rettore Mons.Domenico Hrusovsky rivolgendosi al Pontefice nel suo saluto. Giovanni Paolo II rispose chiamando il popolo slovacco “fratelli, figli e figlie”. Insieme a molti altri cristiani dell’Europa Sovietica, gli slovacchi ed i polacchi avevano subito e continuavano a subire quotidiane persecuzioni e vessazioni, volte a scoraggiare i popoli dell’Est dal professare la propria fede in Cristo. Ma la fiamma della Speranza accesa dalla salita al trono pontificio del Santo Padre Giovanni Paolo II, produsse i suoi effetti e il regime sovietico si dissolse non molti anni dopo, con la caduta del muro di Berlino. Oggi, i cittadini dell’Est Europa sono liberi di professarsi cristiani. Il giogo comunista però, ebbe un effetto contrario a quello voluto dai Soviet, molte furono infatti, in quei decenni, le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. Vive ancora oggi. In questi quaranta anni, il volto dell’Europa si è trasformato e se molte cose si sono evolute positivamente, altre no. Indubbiamente, siamo spiritualmente più poveri di allora. E forse anche economicamente. Ma la Luce effusa nel Mondo da S.Giovanni Paolo II risplende ancora nei nostri cuori ed ha illuminato la Cerimonia di commemorazione della visita del Santo Padre avvenuta lo scorso 7 novembre con la celebrazione della S.Messa solenne presieduta da S.E.R l’Arcivescovo Piero Marini al quale hanno partecipato numerosi ambasciatori europei ed alti prelati, tra cui Jozef Cardinal Tomko, Prefetto emerito della Congregazione dell’evangelizzazione dei popoli, Mons. Giuseppe Kral Canonico di Santa Maria Maggiore, Mons. Jozef Kristof, Segreteria di Stato, S.E. Marek Lisanky, Ambasciatore della Slovacchia presso S.S., S.E. Karla Wursterova Ambasciatrice della Slovacchia in Italia, S.E. Jakob Štunf Ambasciatore della Slovenia presso S.S., S.E. Janusz Kotanski Ambasciatore della Polonia presso S.S., S.E., Bogdan Patashev, Ambasciatore della Bulgaria presso S.S., Signora Veronika Honcova Vice-ambasciatrice della Cechia presso S.S., Rev. D. Franc Mihelcic Rettore del Pontificio Collegio Sloveno, Rev. P. Gernot Wisser, SJ Rettore del Pontifico Collegio Germanico-Hungarico, Rev. D. Marko Durlak Congregazione per le Chiese Orientali, Rev. D. Marko Durins, rettore del Pontificio Collegio di San Girolamo dei Croati, Dott. Daniel Cerny, Direttore dell’Istituto Storico Slovacco a Roma, Rev. D. Jozef Barlas Ufficio giuridico della Santa Sede.
Nicoletta Liguori