Al diciannovesimo km della via Flaminia si trova l’arco di Malborghetto. In origine un arco con 4 arcate (tetrapilo) costruito all’incrocio della vecchia consolare con la strada (via Veientana) che dalla Cassia scendeva alle cave di tufo e pietra lungo la Tiberina. Costruito prima del IV secolo (dove spostavano le truppe di Constantino prima della battaglia con Massenzio) nel corso dei secoli furono tolti i marmi e murati gli archi trasformandolo in un “casale medievale” con diversi usi: abitazione privata, osteria, stazione di posta.
Perché si chiama così?
Il toponimo Malborghetto è più recente e si ritiene riferito alla devastazione subita ad opera degli Orsini nel 1485 per scacciare i Colonna, che ne avevano preso possesso con l’appoggio del Papa. L’edificio cadde in completo abbandono fino alla metà del Cinquecento quando fu preso in affitto da un aromatarius (erborista) milanese che risiedeva a Roma, di nome Costantino Pietrasanta, che lo ristrutturò completamente.
Da metà anni ’80 è sede di un museo dove si possono ammirare i resti trovati lungo la via Flaminia e anche di un distaccamento della Sovraintendenza dei Beni Culturali.