Mezzi volanti (in collaborazione con AMAZON) per trasportare velocemente passeggeri dall’aeroporto a Roma entro il 2025

UrbanV, la società di Mobilità Aerea Avanzata di Aeroporti di Roma, ha un obiettivo ambizioso: la rivoluzione della mobilità tramite spostamenti via aria.

Il trasporto prevede l’uso di aeromobili altamente all’avanguardia diventati realtà solo grazie al recente progresso tecnologico e in grado di offrire un metodo di trasporto sicuro, silenzioso e a emissioni zero. Con caratteristiche altamente automatizzate, questi veicoli riducono drasticamente i tempi di viaggio.

Recentemente la società ha siglato una partnership con AMAZON Web Services (AWS) come proprio provider di cloud, ricevendo supporto per la costruzione di reti di trasporto per i propri veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale (chiamati “eVTOL”)

UrbanV sta lavorando con Amazon per sviluppare e gestire le proprie reti di vertiporti, che verranno utilizzati dagli eVTOL per trasportare i passeggeri all’interno dei centri urbani e si è posta l’obiettivo di lanciare il suo primo servizio eVTOL dall’aeroporto di Roma Fiumicino al centro di Roma entro la fine del 2024, pronto per trasportare i visitatori arrivati in città per assistere al Giubileo nel 2025.

Dal 2026 in poi, la rete di Roma si espanderà fino ad arrivare ad avere 10 vertiporti, permettendo spostamenti rapidi e senza traffico tra i popolari poli di transito e le destinazioni turistiche.

Amazon Web Services giocherà un ruolo fondamentale nello sviluppo del modello operativo per i vertiporti UrbanV che sfrutteranno la tecnologia cloud di AWS per automatizzare l’esperienza del passeggero, rendendo semplici le operazioni di check-in e i controlli di sicurezza, riducendo il bisogno di spazio e permettendo agli stessi vertiporti di integrarsi negli spazi urbani.

I passeggeri riceveranno aggiornamenti personalizzati in tempo reale, con piani di viaggio che verranno modificati automaticamente in caso di ritardo dei voli di collegamento, check-in omnicanale e un’intrinseca flessibilità.

Il futuro è qui?