Quel giorno che bussò alla mia porta Lucio Battisti. Quando a Grottarossa c’era Radio Harmony, il racconto di un pezzo di storia del quartiere dai ricordi del suo fondatore

DI LAURA TEGLIAI

Erano gli anni ‘80 le radio private iniziavano ad affacciarsi. Le chiamavano ”pirata” allora, perchè bastava un trasmettitore, un locale e un pò di intraprendenza per lanciarsi nell’etere. Non c’erano ancora le leggi che regolamentavano il settore e si poteva fare.

Radio Harmony, nacque così, da un’idea venuta al mare a Piero Pirillo, mentre giocava con suo figlio, un cognato inventore che costruisce un trasmettitore, amici e fratelli che seguono una visione. Era il 14 agosto 1978, a Casale Ghella, in Via Vasanello, per le prove tecniche di trasmissione mandarono “E la luna bussò” di Loredana Bertè. Era il periodo delle dediche, delle telefonate in diretta degli ascoltatori. La programmazione vasta, fino a notte inoltrata con la musica classica.

Come ricorda quel periodo e come ha conosciuto Lucio Battisti?

Ci sentivano fino a Rieti, avevamo una vasta e varia programmazione, dalle dediche, allo sport, fino alla poesia. In 10 anni tanti personaggi sono passati da radio Harmony. Giornalisti sportivi, calciatori, cantanti. In quei tempi molti volti noti abitavano in zona. Lucio Battisti era uno di questi. Lo incontravo tutti i giorni all’edicola a comprare ì giornali, accompagnato dal suo cane San Bernardo, con tanto di borraccia al collo, da cui non si separava quasi mai. C’era un negozio di strumenti musicali, li dove ora si trova l’area commerciale all’innesto tra Cassia e Grottarossa, era di Adriano Pappalardo ed un suo amico. Ci trovavamo spesso li a parlare di musica, io suonavo la batteria. Una di quelle volte incontro Lucio e gli dico di venirmi a trovare in radio. Poi è trascorso del tempo, non ci pensavo quasi più. Un giorno suonano alla porta e mi trovo davanti Lucio Battisti, col suo fazzoletto al collo, la testa gonfia di ricci e la chitarra. Era già famoso, mi sentii svenire. Non avevo un microfono per il suo strumento, ricordo che smontai una lampada per farne uno rudimentale. Fu un’emozione immensa, cantò “Vendo Casa”, quella che aveva dato ai Dik Dik

Cosa porta con se dell’incontro con Battisti e di quei 10 anni di Radio?

Con la radio abbiamo fatto tante iniziative radiofoniche e sul territorio, ho avuto tanti ospiti importanti, amici che ancora sento con affetto. Le tengo tutte nel cuore, ma due in modo particolare. Una fu la telefonata di Mons. Ferrero per complimentarsi della programmazione della musica classica, da cui poi arrivò Papa Wojtyla, per la posa della prima pietra della chiesa di San Filippo.

L’altra è Lucio Battisti. Di lui ho il ricordo di un uomo schivo, a volte brusco, forse per la timidezza. Non risultava simpatico, almeno non a tutti, ma era molto dolce e aveva tante cose importanti da dire, che esprimeva in un modo tutto suo, che richiedeva totale attenzione. Un grande onore.

fonte foto Battisti: WIKIPEDIA

Piero Pirillo