San Martino e il mosto, 11 novembre

In una giornata fredda e cupa del 335, l’allora soldato Martino si imbatte in un mendicante seminudo alle porte di Amiens, in Francia: taglia allora in due il suo mantello e ne regala la metà all’uomo. Narra la leggenda che a quel punto il cielo si sarebbe schiarito e la temperatura si sarebbe fatta più mite: ecco perché, in Italia, la tregua dal freddo e dal maltempo che si verifica talvolta intorno all’11 novembre (giorno in cui si festeggia il santo) viene tradizionalmente chiamata “estate di San Martino”. La festa del santo è però simbolicamente associata anche alla fine della maturazione del mosto: è il periodo in cui, come scrive Giggi Zanazzo, a Roma, nella zona dei Castelli e non solo, “s’opre la botte e s’assaggia er vino nòvo”. Un vino fresco e frizzante con il quale, tra un assaggio e l’altro, può anche capitare di ubriacarsi: non a caso, il santo vescovo di Tours è patrono anche di ostifabbricanti di botti e forti bevitori. Tra le categorie stravaganti cui il santo è associato c’è però anche quella dei mariti ingannati, forse in riferimento agli amori adulterini di Marte (di cui Martino è il diminutivo). Organizzata dall’Arciconfraternita di San Martino, una speciale e goliardica processione si svolgeva nella Roma dell’Ottocento in occasione della memoria liturgica di San Martino: innalzando lodi al santo, i “felici cornutelli” passavano sotto un arco posto accanto al Palazzo Sciarra dei principi di Carbognano, poi demolito per l’ampliamento di via del Corso. La tradizione fornì lo spunto per una di quelle colorite espressioni del dialetto romanesco e così, per un marito superlativamente disgraziato, si usava dire che “non passa neppure per l’arco dei Carbognani”. Completamente diverso è invece lo spirito della processione che da qualche anno a questa parte si svolge per le vie del Rione Monti e del Rione Esquilino: organizzato dalla chiesa dei Santi Silvestro e Martino ai Monti, la prima in città a essere intitolata a un santo non martire, un colorato corteo di lanterne illumina via Merulana fino a raggiungere Santa Maria Maggiore, in ricordo della fiaccolata in barca che accompagnò il corpo del santo da Candes-Saint-Martin fino a Tours.